lunedì 7 novembre 2011

Balonmano

Inizia il mio viaggio-studio spagnolo. Sono a Pinto, periferia sud di Madrid. C'e' da vedere una partita delle nazionali Spagnole e Portoghesi della categoria "promesse" (penso equivalgono ai nostri cadetti). 

Un palazzetto piccolo, di una scuola, semplice. I ragazzi a prima vista non sembrano migliori fisicamente dei nostri pari eta'.
Mi colpisce il riscaldamento del Portogallo. 
Esercizi nuovi, tecnica, intensità, trattamento di palla, appoggi per chi tira molto situazioni,  passaggi continui dei giocatori che non sono impegnati al tiro, uso di finte prima del tiro. C'e' consapevolezza da parte dei giocatori che qualsiasi situazione e' utile per "allenarsi" e provare le azioni che poi serviranno per la partita.
entrambe le squadre (specie la Spagna) hanno un gioco semplice con una padronanza dell'uno contro uno offensivo e difensivo strepitoso.
Le difese sono ricche di anticipi, intercetti e sfondi. Sono molto individuali ma con base 5-1. Tutto molto semplice, almeno sembra...
La tecnica individuale e' di altissimo livello. Non parlo di braccio alto, stile, o della tecnica "scolastica" fine a se stessa. Si nota una padronanza della situazione attraverso il passaggio, il palleggio, l'uso dei passi e delle finte nella stessa azione. Tutto integrato ottimamente nella collaborazione 2vs2 (soprattutto con il pivot) .
Una considerazione risulta evidente in maniera anche banale... Questo livello tecnico non e' sicuramente il risultato del lavoro dei tecnici delle nazionali giovanili durante i loro stage...
Chiaro e' che questi ragazzi nelle loro società ricevono un insegnamento di queste abilita' quotidiano. Indubbio e' che gli allenatori hanno una formazione ed una conoscenza delle tecniche di insegnamento giovanile che noi non abbiamo. Bisognerebbe qui aprire una parentesi e chiedersi cosa possiamo fare in Italia per colmare questa lacuna.

1 commento:

  1. hai dato forma a quello che penso da molto tempo, ormai. Abbiamo necessità di ripartire e soprattutto di farlo con molta umiltà. E forse dobbiamo fermarci a riflettere su cosa è mancato in questi anni e sulle priorità che abbiamo dato. Invidio molto questo tuo viaggio.

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